L’Osteopatia è una medicina non convenzionale riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e definita nel 2007 come una medicina basata sul contatto primario manuale nella fase di diagnosi e trattamento.
Il report 2012 della Osteopathic International Alliance la definisce come un sistema di cura che attraverso la valutazione, la diagnosi e il trattamento, può essere applicato ad una vasta varietà di condizioni cliniche, entrando a pieno titolo nel concetto di cura della salute supportato da conoscenze scientifiche.
L’Osteopatia si basa sul considerare l’essere umano come l’unità di corpo, mente e spirito.
Ogni singola parte del corpo è in grado di interagire con l’insieme attraverso il movimento, cartina al tornasole della qualità della vita e della salute.
Attraverso la sua valutazione (analisi della postura e palpazione) è possibile individuare gli eventuali disturbi su cui intervenire attraverso tecniche manuali in grado di correggere i disequilibri e ripristinare le condizioni fisiologiche del movimento e quindi della salute.
Pur non utilizzando farmaci, rimedi naturali e strumenti medicali o elettromedicali, attraverso la manipolazione dei tessuti, un osteopata è in grado di innescare i processi di autoguarigione di cui è naturalmente dotato l’organismo.
Non interviene nel recupero di mobilità persa in seguito a patologie neurologiche od ortopediche, traumi o interventi chirurgici, e non può quindi essere inserita tra gli interventi riabilitativi: è complementare ad altre professioni sanitarie, come la fisioterapia e la medicina convenzionale.
I disturbi su cui l’osteopatia può agire interessano l’apparato neuro-muscolo-scheletrico, cranio-sacrale e viscerale.
Oltre ad essere un valido contributo e supporto nella cura di molte patologie, l’osteopatia si dimostra efficace anche nelle prevenzione e nel mantenimento dello stato di salute.
Il suo valore terapeutico, oltre che ad essere testimoniato dagli stessi pazienti (circa il 7-8% della popolazione ricorre all’osteopatia secondo i dati Istat ed Eurispes 2012), è dimostrato dalle evidenze emerse dalla ricerca scientifica.
In Italia ci sono circa 6mila osteopati, di cui circa 2.500 iscritti al ROI.
I i principi fondamentali dell’osteopatia sono:
- Il corpo e un’ unita
- Il corpo è capace di autoregolazione
- Struttura e funzione sono reciprocamente collegate
il corpo nasce da una unica struttura che evolve rimanendo sempre collegata nelle sue parti. Esistono relazioni strettissime fra il sistema muscolo scheletrico e i visceri non solo per la contiguità strettamente fisica ma anche per le complesse correlazioni dovute alle vie nervose .
Esiste nel corpo una serie di circuiti nervosi o riflessi che permettono a lesioni dei visceri di ripercuotersi sul nostro apparato muscolo scheletrico e viceversa .
Quindi nel nostro corpo ci sono dei collegamenti dovuti ad un complesso meccanismo di membrane che collegano e sostengono le varie parti del corpo (il SISTEMA FASCIALE)
Un altro motivo per cui il corpo è una unità è connesso al fatto che tutte le cellule sono soggette ad una stessa fisiologia, tutte le nostre cellule rispondono a delle leggi comuni, sono ripiene di fluidi dove avvengono movimenti molecolari e ionici (I processi metabolici) ed immerse in spazi dove circolano molti fluidi!
L ‘osteopata dopo un’ accurata raccolta della storia clinica del paziente (di particolare importanza può essere la conoscenza di eventuali traumi subiti per incidenti, cadute o interventi chirurgici) esegue una valutazione con test specifici della postura e della biomeccanica del corpo individuando, se presenti, le disfunzioni somatiche .
La diagnosi di tali disfunzioni si basa sul reperimento di tre fattori: una limitazione del movimento articolare, una asimmetria e una diversa densità dei tessuti in una determinata zona del corpo.
Queste disfunzioni creano delle ”frammentazioni” cioè impediscono al corpo di funzionare in modo unitario e fisiologico . Non riguardano solo la parte ossea e muscolare ma ovviamente tutti gli elementi vascolari, neurali e linfatici ad esse connessi!
LE ORIGINI
La disciplina fu fondata in America nel 1874 da Andrew Taylor Still a Kirksville, Missouri, medico di una piccola città di frontiera.
Inventò l’osteopatia per sopperire alla mancanza di mezzi nella cura dei suoi pazienti, convinto, dopo numerosi studi sull’anatomia umana, che molte malattie possono essere curate intervenendo per correggere le malposizioni anatomiche che interferiscono con la circolazione sanguigna e l’attività nervosa.
Il nome stesso della nuova disciplina sintetizza il concetto che l’osso (ostèon) è il punto di partenza delle condizioni patologiche e quindi della sofferenza (pathos).
L ‘Osteopata si può avvalere di svariate tecniche per ripristinare la corretta fisiologia del corpo: strutturali, ad energia muscolare, fasciali, viscerali, cranio sacrali e biodinamica, e la scelta delle tecniche da utilizzare sarà a giudizio dell’osteopata in seguito alla valutazione del caso clinico.
Le tecniche strutturali sono tecniche manipolative ad alta velocità e di piccolo range articolare (bassa ampiezza) che agiscono entro i limiti fisiologici di un movimento articolare per ridare la corretta mobilità a un segmento vertebrale o ad altra articolazione.
Le tecniche ad energia muscolare sono tecniche attive in cui il paziente introduce una forza di correzione. Sono definite anche di MITCHELL. Richiedono la collaborazione attiva del paziente, sono abbinate alla respirazione, richiedono anche una grande esperienza e sensibilità del terapeuta nell‘individuare la ” barriera di restrizione” del movimento articolare punto di partenza della manovra correttiva.
Le tecniche viscerali sono volte anche esse a ripristinare la corretta mobilità dei nostri visceri sia intrinseca, sia come rapporti dei visceri fra di loro. Infatti tensioni delle membrane che collegano i visceri fra di loro o che li agganciano alla struttura ossea possono influire anche sulla specifica funzionalità dei singoli organi. Ad esempio un fegato o un rene. Inoltre si può cercare di intervenire su spostamenti anomali viscerali come nel caso di ernie iatali o ptosi di un rene.
L’OSTEOPATIA NEL MONDO
Fu durante la presidenza di Theodore Roosevelt, testimone diretto della valenza curativa dei trattamenti osteopatici, che l’osteopatia fu ufficialmente riconosciuta negli USA.
A partire dall’esperienza americana, con la sempre maggiore diffusione del nuovo approccio nel corso dell’ultimo secolo, la fondazione di scuole e università, la crescente uniformità dei programmi di studio e lo sviluppo della ricerca scientifica, diversi paesi nel mondo hanno inserito la medicina osteopatica nei piani dei sistemi sanitari nazionali (nel 1991 entra di diritto tra i servizi della sanità pubblica degli USA).
In Europa l’osteopatia si diffonde in modo non uniforme a partire dal Regno Unito dove sbarca nel 1911 con la fondazione della British Osteopathic Association.
Nel 1993 la professione viene riconosciuta legalmente ed inserita nel Sistema sanitario nazionale e nel 1998 viene costituito il General Osteopathic Council, organo predisposto alla tutela degli standard formativi, dello sviluppo professionale e della sicurezza dell’utenza.
Il riconoscimento arriva a seguire in Finlandia (1994) e in Belgio (1999). In Francia nel 2004.
Una regolamentazione parziale del settore viene definita in Danimarca, Germania, Svizzera, Lussemburgo e Olanda.
In Spagna e Italia, dove la diffusione dell’osteopatia risale agli anni ’80, Governo e Associazioni sono al lavoro da alcuni anni per la definizione di una legge che regolamenti il settore con l’obiettivo di assicurare qualità e sicurezza del servizio offerto.